Il toponimo deriva probabilmente da Saltus cioè bosco a causa della ricchezza forestale del suo territorio in tempi antichi. Nominato per la prima volta nel 1095, in due carte del monastero di San Prospero di Reggio Emilia. Nel 1201 gli abitanti di Saltino e di Cassuolo giurarono fedeltà al Comune di Reggio Emilia. La famiglia Fogliani infeudò questi territori assieme a Levizzano e Debbia attorno al 1373, anno in cui Saltino compare in un elenco di 24 castelli posseduti della famiglia. Nel 1487 gli Estensi ne concessero il feudo alla nobile famiglia ferrarese dei Tassoni fino al secolo XVIII.

La chiesa parrocchiale di San Tommaso, che si trova su un terrazzo che domina il fiume Secchia, è stata ricostruita nel settecento sulla vecchia struttura esistente già dal XIV secolo, mantenendo però l'orientamento liturgico. Testimonia la ristrutturazione del tempio il portale che presenta un architrave lavorato in arenaria con incisa la data 1747. All'interno si trova un pregevole dipinto cinquecentesco rappresentante la crocifissione, la Maddalena e i Santi. La chiesa conserva anche l'altare con paliotto in scagliola del ‘700.

A valle di Saltino, alla confluenza tra il torrente Rossenna con il fiume Secchia si trova La Volta, ricordata dalle cronache locali come luogo di un'importante battaglia nel 1321. L'agglomerato si presentava a corte, e gli edifici che sono rimasti sono abbelliti da diverse finestrelle decorate con davanzale a sguscio. Notevole un portale a tutto sesto in arenaria nella cui chiave ad arco vi è incisa la data 1667. Interessante anche l'oratorio di San Pietro, recentemente ristrutturato.

Il borgo di Pugnago, il cui toponimo deriverebbe dal prediale romano Punius, è caratterizzato da un nucleo centrale omogeneo che mostra edifici del XVI-XVII secolo serviti da una serie di percorsi in parte coperti. Particolarmente rilevante è una torre cinquecentesca a quattro piani con colombaia, risaltata da un cornicione in arenaria e da mensole in legno intagliato. A fianco della torre si trova un edificio datato in una sua finestra 1701, collegato con essa tramite un loggiato costruito in fasi successive, sorretto da due pilastri e da due colonne con capitello. Tramite un passaggio coperto si collega al complesso un edificio secentesco che presenta portali con architravi e conci zigrinati.